Ragadi al seno: cosa sono
Le ragadi al seno si manifestano in molte donne, durante le prime settimane di allattamento. Nel corso della gravidanza gran parte delle donne desidera allattare al seno il proprio bambino, in alcuni casi però si presentano questi inconvenienti che rendono complesso e doloroso un rito che, oltre ad essere bello e gratificante, rappresenta un vero e proprio beneficio per la salute della mamma e del nascituro.
Le ragadi al seno sono lacerazioni sottili, generalmente superficiali e a volte sanguinanti, che possono interessare sia il capezzolo che l’areola mammaria e che possono provocare un dolore talmente forte da compromettere il proseguimento dell’allattamento.
Perché compaiono le ragadi al seno
Possono essere diversi i motivi che comportano l’insorgenza delle ragadi, e in alcuni casi possono coesistere.
Generalmente sono provocate dall’attacco scorretto da parte del bambino al capezzolo della mamma ma possono manifestarsi anche in seguito alla chiusura troppo energica delle gengive, all’eccessiva forza di suzione, o possono essere la diretta conseguenza di un’infezione da candida.
È dunque da sfatare il falso mito secondo cui le ragadi possano dipendere dal numero e dalla durata delle poppate.
5 regole per prevenire l’insorgenza delle ragadi
- Assicurarsi che il bambino sia ben attaccato al seno, fin dalla prima poppata. Sembra infatti quasi un gesto scontato quello per cui il neonato prende in bocca il capezzolo e invece, soprattutto all’inizio, è importante dedicare tempo, pazienza e attenzione, affinché l’allattamento avvenga in maniera corretta.
- La posizione della mamma deve essere comoda e rilassata, ed è molto utile cambiare posizione tra una poppata e l’altra.
- Il bambino deve essere disteso, rivolto verso la mamma e deve avere la bocca bene aperta in modo che possa prendere un’ampia parte della mammella e non soltanto il capezzolo.
- Al temine della poppata, il cui ritmo deve essere lento e profondo, è bene lasciare che il bambino si stacchi da solo.
- Dopo le poppate utilizzare lozioni dermoprotettive per il capezzolo, specifiche per l’allattamento al seno come Osmin Rag di Biogena, a base di β-glucano, una sostanza naturale ricavata dal lievito con azione preventiva e cicatrizzante su ragadi e screpolature.
Ragadi al seno: come agire
Quando compaiono le ragadi, allattare al seno può diventare pericoloso e così molte mamme, nella speranza di alleviare il dolore, allungano i tempi tra una poppata e l’altra o riducono la durata di ogni singola poppata, peggiorando però la situazione.
Se il seno non viene sufficientemente svuotato, o se le poppate non avvengono con una frequenza abbastanza regolare, al problema delle ragadi si possono aggiungere l’ingorgo mammario e la mastite, così numerose mamme, seppur mal volentieri, decidono di interrompere l’allattamento.
Anche in presenza di ragadi è possibile proseguire l’allattamento basta seguire alcune semplici consigli.
- Se hai già dolore durante le poppate alterna i seni, in modo che ciascuno abbia la stessa stimolazione e drenaggio e cerca di correggere l’attacco del bambino al seno.
- Se il dolore è molto intenso, al punto da non tollerare la suzione, ricorri all’uso di un tiralatte che aiuterà a svuotare il seno e a nutrire il neonato con il latte materno, fino a quando la situazione non sarà migliorata.
- Applica sul capezzolo alcune gocce di Osmin Rag di Biogena al termine dell’allattamento per cicatrizzare ragadi o screpolature già formate.
Lo sapevi che?
Anche l’igiene è fondamentale nella prevenzione e nella cura delle ragadi al seno.
Dopo ogni poppata è preferibile lavare i capezzoli con acqua tiepida, lasciando asciugare il seno all’aria senza sfregarlo ma tamponandolo con una garza sterile.
Inoltre è meglio evitare l’uso di coppette assorbilatte che trattengono l’umidità e impediscono alle ferite di rimarginarsi.